I
n
uno
spazio
di
8
chilometri
quadrati
vicino
alla
Mahalaxmi
Train
Station,
sorgono
le
open
laundry,
meglio
conosciute
come
Dhobi
Ghat (dhobi-lavandaio, ghat-lavanderia).
Vi
lavorano
circa
10.000
dhobi
in
1026
vasche
o
blocchi
(blocks)
come vengono chiamati.
E’
un
lavoro,
duro,
stressante,
fatto
in
gran
parte
da
uomini.
Tutti
vivono
nelle
lavanderie
con
le
proprie
famiglie
e
l’arte
è
tramandata
di
generazione in generazione.
Si
lavano
panni
di
alberghi,
di
ospedali,
di
industrie
di
vestiario
europee
ed
americane.
Nel
caso
dei
panni
derivanti
dagli
ospedali
è
richiesta anche la sterilizzazione.
Quelli
che
vengono
invece
dalle
multinazionali
che
hanno
manifattura
a
Mumbai
richiedono
spesso
un
trattamento
chimico
per
la
rimozione
delle
macchie
e
in
alcuni
casi,
uno
per
il
fissaggio
del
colore.
I
capi
vengono portati e riconsegnati il giorno successivo.
Il
trattamento
chimico
è
dannoso,
“è
fastidioso”
sostiene
un
dhobi,
tanto
che
alcuni
dopo
molte
ore
di
lavoro
non
riescono
neppure
a
mangiare
con
le
proprie
mani.
L’esposizione
ripetuta
e
costante
agli
agenti in alcuni casi può portare fino ad elefantiasi.
Lavaggio
e
trattamento
chimico
viene
pagato
dalle
5
alle
10
rupie
(150-300 delle vecchie lire).
Il
dhobi
lavora
per
14/16
ore
tutti
i
giorni
per
120
rupie
al
giorno,
poco
più di due euro.
LAVANDERIE a MUMBAI