A
DRIAN
il mio
NOME
Il sole è già alto quando Adrian rientra dal mercato con i figli Emilian e Petru.
Le
due
capre
vendute
permetteranno
alla
sua
numerosa
famiglia
di
far
fronte alle necessità di ognuno con parsimonia e dignità.
Tra
qualche
giorno
sarà
il
compleanno
di
Alina,
la
più
piccola
e
Adrian
ha
in
mente di festaggiare con una grande torta i suoi due anni.
All'arrivo
del
carro
trainato
da
Felix,
il
giovane
puledro
bianco,
alcune
figlie
sono
uscite
nel
cortile.
C'è
anche
Cosmina,
la
nuora,
che
ha
in
braccio
Bjorg
ed
è
in
dolce
attesa
del
secondo
figlio
che
nascerà
fra
tre
mesi.
All'interno
della
casa,
dove
in
quattro
anguste
stanze
vivono
in
diciassette,
le
figlie
più
piccole
sono
ancora
rannicchiate
in
un
fetido
letto
posto
in
cucina
dove
una
pentola,
divenuta
nera
dal
fuoco
ed
il
fumo,
è
posata
sulla
stufa
a
legna.
Sopra,
in
bella
vista
appese
ad
un
filo,
logore
vesti
ciondolano dal soffitto.
Nella
stanza
da
letto
adiacente
Radu,
il
maggiore
dei
figli,
sta
ancora
dormendo.
Come
altri
suoi
coetanei
avrebbe
voluto
emigrare
all'estero
e
trovare
un
lavoro
dignitoso.
Ma
la
crisi
e
le
sue
origini
gitane
hanno
infranto
questo
sogno.
Spesso
si
ubriaca
e
diventa
irascibile
e
aggressivo
con
gli
altri.
Solo
suo
fratello
Lucian,
il
marito
di
Cosmina,
riesce
a
calmarlo.
In
fondo
lui
lavorando
sodo
nei
campi
,
allevando
capre e polli, riesce a tirare avanti la sua famiglia!
Con
loro
vivono
anche
Dragomir,
il
fratello
di
Adrian
e
sua
cognata
Denise.
Non
hanno
avuto figli, la moglie fortunatamente è sterile.
Mi
avvicino
ad
Adrian,
al
quale
Emio
ha
pensato
di
regalare
una
bottiglia
di
Syrah
e
della
pasta
di
grano
duro.
Lui
vuol
ricambiare
e
tirando
fuori
da
un
sacchetto
di
plastica
alcune
manciate
di
carne
secca
ci
invita
a
condividerla
con
lui.
Ringrazio,
ma
ormai
si
è
fatto tardi......sarà per la prossima volta!
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